Ricordando Pascoli

RICORDANDO PASCOLI

Si tratta di un progetto interdisciplinare che, coinvolgendo le discipline di italiano, scienze e inglese, studia la presenza di aspetti del mondo naturale, e più specificatamente di uccelli e piante, in alcune liriche pascoliane.
Giovanni Pascoli infatti, impegnato anche con famosi saggi in una battaglia contro l’indeterminatezza della lingua della poesia italiana, rappresenta la natura con singolare precisione terminologica e con puntuali riferimenti alla botanica e all’ornitologia. Tuttavia la descrizione della natura in lui non è mai naturalistica, bensì soggettiva: piante e uccelli si caricano di valenze allusive e diventano simboli di un senso del vivere fatto di ansiose perplessità.
In questi banchi esporremo alcune poesie pascoliane accostate alle piante e agli uccelli che le hanno ispirate, ognuna illustrata dalla relativa scheda tecnica.
Le piante vengono esposte seguendo la stagionalità delle varie specie e … l’abilità di floricultori degli studenti della 4B, che si sono improvvisati pionieri di un “giardino pascoliano” presso il Liceo Scientifico “Augusto Righi” che tutti potremo in futuro contribuire a curare a anche arricchire.
Gli uccelli via via esposti sono invece esemplari impagliati provenienti dal Museo di scienze naturali del comune di Cesena (Piazzetta Pietro Zangheri, 6, Cesena FC, 0547 356442), che dalla sua ricca collezione offrirà in prestito temporaneo al nostro Liceo alcuni esemplari in continuo avvicendamento

Documentazione fotografica dei materiali di volta in volta esposti verrà raccolta in uno spazio dedicato sul sito del Liceo “Righi”, a formare un “Museo pascoliano virtuale”.
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In quello stesso spazio verranno inoltre raccolti i commenti alle liriche pascoliane prodotti dagli studenti (anche questo è un lavoro in progress), presto consultabili sul sito del Liceo (Didattica per dipartimenti) insieme a documentazione video del lavoro “pionieristico” svolto dagli studenti.
 
Prof.ssa Franca Strocchi
Prof. Alberto Gagliardo 
 
Note biografiche

Giovanni Agostino Placido Pascoli (San Mauro di Romagna, oggi San Mauro Pascoli, 1855 - Bologna 1912) fu il quarto dei numerosi figli di Ruggero e di Caterina Vincenzi Alloccatelli Vincenzi. Dal padre, amministratore della tenuta La Torre dei principi Torlonia, lungo il Rio Salto, fu mandato a studiare, dopo la prima elementare, a Urbino, nel collegio Raffaello, tenuto dagli Scolopi. Qui egli si trovava con i fratelli Luigi e Giacomo, più grandi di lui, e Raffaele, quando lo raggiunse la notizia della morte del padre, ucciso in un agguato il 10 agosto 1867, mentre tornava in calesse da Cesena, dove si era recato per affari. L'assassino restò impunito, anche se non mancarono i sospetti, a lungo coltivati da Pascoli. L'anno dopo morirono la sorella maggiore, Margherita, e la madre, seguite dai fratelli Luigi (1871) e Giacomo (1876). Dal 1873, vinta una borsa di studio, Giovanni si era trasferito a Bologna a studiare lettere, allievo di G. Carducci, entrando in un periodo di sbandamento spirituale e d'irrequietezza. Amico di Andrea Costa, aderì ai primi movimenti socialisti e si legò agli ambienti dell'estremismo. Per aver partecipato, nel maggio 1876, a una manifestazione ostile nei confronti del ministro dell'Istruzione Bonghi, perse la borsa di studio; dal 7 settembre al 22 dicembre 1879 fu addirittura in carcere, accusato di attività sovversive. Ripresi nel 1880 gli studi interrotti, Pascoli si laureò nel 1882 con una tesi su Alceo; subito dopo fu nominato professore di lettere latine e greche nel liceo di Matera; nel 1884 fu trasferito con lo stesso incarico a Massa, dove chiamò presso di sé le sorelle Ida (n. 1863) e Maria (n. 1865); dal 1887 al 1895 insegnò al liceo di Livorno. Dal 1895 al 1897, Pascoli insegnò come professore straordinario grammatica greca e latina nell'università di Bologna; dal 1897 al 1903, come ordinario, letteratura latina a Messina; nel 1903 fu trasferito a Pisa, dove insegnò grammatica latina e greca sino al 1905, quando fu chiamato a succedere al Carducci sulla cattedra bolognese di letteratura italiana. Il prestigioso trasferimento, accettato come risarcimento tardivo, non rimase senza conseguenze per l'opera stessa del poeta. Più volentieri peraltro che alle relazioni intellettuali e all'insegnamento universitario, da lui sentito come un peso, Pascoli applicava il suo ingegno allo studio e al lavoro poetico, a cui amava dedicarsi soprattutto in quella casa di Castelvecchio (oggi Castelvecchio Pascoli, nel comune di Barga) in Garfagnana, dove s'era sistemato nell'estate del 1895 e che soltanto nel 1902 aveva potuto acquistare. Qui si ritrovava con Maria, la sua Mariù (procurandogli un grande dolore, Ida s'era sposata il 30 settembre di quello stesso anno 1895, mentre egli aveva rinunciato ai propri propositi matrimoniali), appena glielo permettevano i doveri dell'insegnamento, e qui venne seppellito, pur essendo morto a Bologna. A Castelvecchio Maria restò sino alla sua morte (1953), gelosa custode delle memorie e delle carte del fratello (poi accessibili agli studiosi nell'archivio di casa P.), di cui lasciò un'importante biografia.

(tratto da: http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-pascoli/)

 
Cronologia essenziale delle opere
 

Myricae

(1891) 

Crisantemi

I gigli

Il lauro

L'assiuolo

Romagna

Viole d'inverno

Canti di Castelvecchio

(1903)

Il croco

Il gelsomino notturno 

Narcissi

Primi poemetti

(1904)

Digitale purpurea

Il vischio

 Odi e inni

(1906)

L'agrifoglio

L'ederella

La rosa delle siepi

Nuovi poemetti

(1909)

Bellis perennis

 

 


Categoria: Archivio e PubblicazioniData di pubblicazione: 19/05/2015
Sottocategoria: EventiData ultima modifica: 08/07/2015
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