Giornata del Ricordo

Giovedì 10 febbraio 2022, la comunità scolastica del nostro Liceo ha celebrato la giornata del Ricordo istituita con legge n. 92 del 30.3.2004 allo scopo di “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Alle 12.00 circa alcuni studenti hanno letto il testo sotto riportato e hanno invitato a ricordare i drammi del confine orientale dell’Alto Adriatico con un minuto di silenzio.

 

“Memoria e storia"

La memoria trasforma le percezioni del momento in ricordi di lunga durata. È quindi un’attività assolutamente soggettiva. Per chi vuole ricostruire il passato, la memoria – individuale e collettiva – è utilissima per cogliere le sensazioni dei protagonisti (anche nel senso di vittime) e riportare in vita l’atmosfera del tempo. Inoltre, le testimonianze possono rivelarsi indispensabili per colmare i buchi di altre fonti, per reagire al disinteresse degli studi, per rafforzare identità pericolanti. Infine, proprio perché restituiscono la vivezza del vissuto, le testimonianze dirette possiedono in genere un’elevata capacità di coinvolgere gli interlocutori, facendo forza sulla loro emotività.

Contemporaneamente, le memorie sono spesso imprecise nei dettagli, strutturalmente unilaterali, e ripropongono i giudizi sugli eventi formulati a caldo da parte di osservatori privi di visione generale. Se utilizzate quindi in maniera ingenua, possono suscitare diversi problemi. Imprecisioni ed errori fattuali offrono grandi spazi ai negazionisti; spiegazioni storiche complessive fondate unicamente o principalmente sulle memorie si rivelano in genere assai fragili; il materiale della memoria – proprio per la sua unilateralità – costituisce spesso un’ottima base per la creazione di miti politici.

Viceversa, la storia è disciplina critica, fondata sul vaglio ed il confronto tra fonti diverse, comprese quelle della memoria. La storia tende verso l’oggettività e presuppone il distacco dello studioso dalla materia considerata. Se condotte con il necessario rigore metodologico, le analisi storiche risultano molto più precise, sono in grado di superare l’unilateralismo tenendo in considerazione punti di vista diversi, e sono in grado di esprimere giudizi storici complessivi dotati di buona attendibilità. Infine, un aspetto essenziale della pratica storica consiste proprio nella de-mitizzazione del passato.

Una certa tensione fra memoria e storia è quindi piuttosto normale. L’importante è riconoscerne le basi e comprendere quali sono gli specifici apporti che possono venir offerti dai vari modi di accostarsi al passato”.

 

Fonte: “Vademecum per il giorno del Ricordo” a cura dell’Istituto Regionale per la Storia della Resistenza e dell’Età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia


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