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I poliedri stellati disegnati da Leonardo per il trattato di Luca Pacioli sono una elaborazione in forma elevata e vacua dei solidi platonici e derivano dalle ricerche sulla struttura e la forma dell'universo che a partire da Platone sono un' attività del sapere che unisce matematici, scienziati, filosofi, artisti e umanisti. La ricerca sulla struttura e la forma dell'universo portò Platone a definire nel Timeo, la forma esatta delle parti più piccole degli elementi primari di ogni cosa, e a individuare le cinque configurazioni chiamate solidi platonici: la terra l'esaedro, il fuoco il tetraedro, l'acqua l'icosaedro, l'aria l'ottaedro e infine come simbolo del cosmo il dodecaedro. Nel Quattrocento, con l'invenzione della prospettiva, vennero poste le basi per rappresentare in modo rigorosamente scientifico lo spazio tridimensionale su una superficie piana, e molti artisti erano in realtà profondi conoscitori della matematica. Molta attenzione venne rivolta alla matematica greca e in particolare ai solidi platonici quali "poliedri perfetti": in essi è infatti possibile inscrivere e circoscrivere due sfere concentriche ed esiste una serie di relazioni geometriche e matematiche che permette di inscrivere l'uno nell'altro. Oggi è nota la complessità del mondo che ci circonda, è interessante notare però che le relazioni formali espresse in questi cinque solidi sono ritrovabili nelle strutture cristalline o negli atomi di alcune sostanze o negli scheletri di alcuni organismi unicellulari.
La farfalla, tipologia d'ornato tipica dei codici malatestiani, è simbolo di Violante Malatesta e figurazione della natura spirituale dell'anima capace di sciogliersi e liberarsi dalla materia bruta come fa la crisalide dal bozzolo, immagine cioè della mente umana che attraverso la cultura si libera dai ceppi dell'ignoranza e vola verso la vera conoscenza.

Farfalla da una miniatura del codice (sec:XV) di Niccolò de Lyra, Postillae in vetus Testamentum, (c. 1r.) della Biblioteca Malatestiana di Cesena (coll. D.VI.5).

Solido dalla tavola XXVI ycocedron elevatus vacuus del manoscritto di Luca Pacioli, De Divina Proporzione, (1498), della Biblioteca Ambrosiana di Milano.


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