Giorno della memoria
27 Gennaio 2015
Sono trascorsi 70 anni da quel 27 Gennaio 1945, quando i soldati dell’Armata Rossa abbatterono i cancelli di Auschwitz, e al Liceo Righi, in occasione del Giorno della Memoria, per coinvolgere e far riflettere tutti gli studenti, i docenti e il personale della scuola, abbiamo proposto un’iniziativa che qui di seguito proviamo ad illustrare.
La mattina del 27 Gennaio, varcato l’ingresso principale, tutti coloro che devono accedere alla scuola (studenti, docenti e personale dell’istituto) seguiranno un percorso obbligato, che li porterà a passare per una stanza in cui, camminando sulla riproduzione di binari ferroviari e ascoltando il rumore dello sferragliare di un treno, attraverseranno una cortina di fogli che recano i nomi dei nove ebrei cesenati morti in seguito all’arresto e alla deportazione nel campo di sterminio di Auschwitz.
L’intento è sia quello di sottrarre l’anniversario a una vuota retorica, sia quello di sottolineare, attraverso il coinvolgimento di più sfere sensoriali, la personale partecipazione di ognuno in fatti apparentemente lontani nel tempo e nello spazio, e di insistere, così, sull’importanza del ruolo che tutti abbiamo, in quanto depositari e trasportatori di una memoria storica. Il passaggio attraverso cartelli con i nomi dei nostri concittadini morti nelle persecuzioni razziali, la rievocazione di quei viaggi terribili attraverso la riproduzione di binari e del rumore ossessivo di un treno, ci sono sembrati gesti semplici ma efficaci, capaci di parlare al cuore e ai sensi di ciascuno, che speriamo possano stimolare la riflessione di ognuno in una giornata così importante, e non solo in essa.
Raul Hilberg, uno dei massimi studiosi della Shoah, sostiene che lo sterminio degli ebrei si è svolto seguendo le tappe di un percorso assai lineare che è cominciato con la “definizione”, è passato per l’ “espropriazione”, il “concentramento” e la “deportazione”, fino ad arrivare allo “sterminio”. Esso, dunque, si mostra come un processo, per il quale l’apparato della distruzione si estendeva in ogni angolo: era diversificato e, prima di tutto, decentrato. Così la distruzione degli Ebrei d’Europa fu opera di una vastissima macchina amministrativa.
Ebbene: di quel “processo” capillare di cui parla Hilberg è possibile reperire testimonianze anche a Cesena, per cui si potrebbe dire, parafrasando Primo Levi, “anche qui tutto quello è stato”.
Riteniamo, dunque, che esercitare la memoria possa costituire un antidoto, l’unico forse capace di immunizzarci verso i mali dell’intolleranza e del pregiudizio, che sono sempre in agguato. Lo dobbiamo innanzitutto alle persone che hanno pagato il prezzo più alto. Erano nostri concittadini, che “ora sono nel vento”.
Le sorelle Diana Jacchia, insegnante, di sessantadue anni, e Dina Jacchia, modista, di cinquantanove, furono arrestate il 17 dicembre 1943 nella loro casa di Corso Comandini, trasportate a Forlì, poi a Ravenna e infine al carcere di San Vittore di Milano, da dove partirono il 30 Gennaio del ’44 per Auschwitz con il convoglio n°6: furono uccise all’arrivo.
Con loro c’erano anche le cugine Lucia Forti, insegnante elementare di sessantaquattro anni, Alda Forti, casalinga sessantadue anni, Lina Forti, casalinga, sessant’anni, e Anna Forti artigiana, di cinquantotto, sfollate da Bologna. Le sei furono caricate, il 30 Gennaio 1944 insieme ad altri seicento deportati, sul convoglio n. 6, che giunse ad Auschwitz il 6 Febbraio. Secondo i documenti conservati nell’archivio del Museo di Auschwitz, 97 uomini superarono la selezione per il gas e furono immessi nel campo con i numeri di matricola da 173394 a 173490, le 31 donne immatricolate presero i numeri da 75174 a 75204. Tutte le altre furono avviate subito alle “docce”.
Mario Saralvo, commerciante, di cinquantadue anni, sua moglie Amalia Levi, di cinquanta, e il loro figlio Giorgio Saralvo, di ventotto anni, furono deportati ad Auschwitz con il convoglio n. 10 (con 564 deportati) partito da Fossoli il 16 Maggio 1944 e giunto ad Auschwitz il 23 successivo. Fu il convoglio che impiegò in assoluto il maggior tempo per compiere quel tragitto. Secondo i documenti conservati nell’archivio del Museo di Auschwitz, 186 uomini superarono la selezione per il gas e furono immessi in campo con i numeri di matricola da A-5343 a A-5528; 70 le donne immatricolate con i numeri da A-5345 a A-5414. La Transportliste, che è conservata, conta 564 deportati; nel corso della ricerca sono stati accertati ulteriori 17 nominativi. I reduci sono 60. Amalia morì durante il tragitto, del padre e del figlio non si ebbero più notizie.
La classe 1EC - a.s. 2014 / 2015
Liceo scientifico “A. Righi” - CESENA
Categoria: Archivio e Pubblicazioni | Data di pubblicazione: 19/02/2015 |
Sottocategoria: Eventi | Data ultima modifica: 26/02/2015 |
Permalink: Video del "Giorno della memoria" 2015 | Tag: Video del "Giorno della memoria" 2015 |
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