Concorso "Carlo Carli" Avis Cesena - gli elaborati premiati del Liceo Righi
I° premio selezione grafica a LELLI GIORGIA classe V^D
anche tu puoi essere un dono.pdf
II° premio selezione grafica a MONTANARI SILVIA classe IV^E
Premio sezione giornalistica a GENTILI GIADA classe III^D
AD OCCHI CHIUSI
«Ho sempre pensato al mio futuro fin da piccola, ho sempre pensato che non mi sarei mai arresa davanti a niente e a nessuno. Il mio desiderio più grande era quello di poter cambiare il mondo, di voler arrivare dove mai nessuno era arrivato prima». Ecco come Eva, una ragazza di appena venti anni, si presenta ai ragazzi della comunità di San Patrignano. Lei è stata scelta, tra tanti donatori, per spiegare l’importanza del donare il sangue e inizia raccontando la propria storia: la storia di una vita segnata dalla sofferenza e dalla forza del riscatto.
«Non ho mai avuto una vita facile. Mia mamma mi lasciò all’età di due anni e mio padre, troppo preso dal suo lavoro, mi lasciò in un orfanotrofio e infine fui affidata ad una famiglia dove incontrai la mia migliore amica, Valentina. Io timida e chiusa, lei sfacciata e disinvolta. Col passar del tempo, arrivate ai diciassette anni, tutto incominciò a cambiare. Volevamo apparire irresistibili agli occhi dei ragazzi più grandi e provammo di tutto: dalle maschere per il viso ai tentativi di “allungarsi” i capelli, dal piercing al naso all’acquisto di vestiti troppo scollati per la nostra età. Poi ci fu una festa di troppo e da quel momento in poi la mia vita cambiò totalmente. Valentina rimase vittima di un incidente stradale. Io avevo scelto di tornare a casa da sola e così la persi per sempre».
Eva si ferma di colpo, prende un fazzoletto, si asciuga le lacrime che le scorrono sul viso e poi continua: «Come d’un tratto mi era caduto tutto il mondo addosso. Avevo solo lei nella mia vita, ed ero rimasta sola. Passavo le mie giornate chiusa in camera e ormai anche il clima in quella casa era diventato pesante. Mi buttai nel mondo della droga e della disperazione. Appena compiuti i diciotto anni lasciai quella casa. Andai ad abitare con i miei “nuovi” amici, pagando la mia parte con i soldi lasciati da mio padre. Pensavo spesso a Valentina, ma ormai era solo un vuoto dentro di me». Si ferma per la seconda volta e va lentamente a sedersi in mezzo a tutti quei ragazzi.
«Avete ascoltato? Io ero come ognuno di voi, una volta. Poi nella vita succede qualcosa o qualcuno che ti aiuta ad uscire dal tunnel, che ti salva la vita per sempre. Questo qualcuno ha un nome, Giorgia. Arrivò un giorno in cui, passeggiando per le vie del centro, la incontrai intenta a pubblicizzare il “Donare Sangue”. Ero da sola, senza nessuna aspettativa nella vita, mi fermò e mi diede in mano un volantino con su scritto “Donare sangue per raccogliere amicizie”. Leggendo ciò la mia mente tornò subito all’immagine di Valentina, a quel suo sorriso così innocente e al suo strano tono di voce. La guardai bene e le dissi che non ero la persona adatta, che non avevo uno scopo nella vita, che ero sola e talvolta mi drogavo anche. Giorgia mi guardò dritto negli occhi, mi disse che avrei potuto aiutare delle persone donando anche una piccola parte di me… ed io avevo un sogno: da piccola volevo essere qualcuno ed avrei incominciato dalla più piccola, ma non insignificante cosa. Ora ho ventuno anni, ho una casa mia, un lavoro e un ragazzo. Sono donatrice abituale e grazie al piccolo gesto che faccio aiuto le persone. E voi, cosa volete fare della vostra vita?».
Quella domanda rimane sospesa in aria, nessun ragazzo dà una risposta concreta: ma i loro occhi parlano. La storia di Eva ha toccato i loro cuori e forse anche loro avrebbero raccolto amicizia.
Giada Gentili III D
Menzione speciale per la poesia a MANUZZI GIANLUCA classe IV^E
Il risveglio
Ti ritrovo qui al mio fianco,
sul letto dove ti avevo lasciato.
Non avrei mai creduto che esistesse questo stato
dove la stanchezza mi sfianca
e allo stesso tempo mi anima.
Il vuoto nelle vene
riempie il cuore
zampillante fonte di nuova gioia.
Non mi ero mai sentito così legato a uno sconosciuto.
Per una volta vincitore,
almeno per te,
che non hai chiesto questo dolore.
Ora capisco l’ipocrisia del mondo
che sparge a terra un bene più grande,
ciò che lo renderebbe ancora più forte,
ciò che ha il potere di combatter la morte.
E guardo strabiliato
come questo mi ha cambiato.
Io in te,
tu in me,
amico, per il sangue, per la vita.
Gianluca Manuzzi IV E